venerdì 21 novembre 2008

Il calore del sangue-Irène Némirovsky


Denso, torbido e crudele. Questo il contenuto del libro della Némirovsky in tre aggettivi. Un ritratto impietoso del lato più ipocrita e più bieco della borghesia di un piccolo paese di campagna attraverso gli occhi di un protagonista che è stato relegato ai margini, che vive senza integrarsi e che per questo analizza in maniera tagliente la realtà che sta di fronte.

giovedì 30 ottobre 2008

venerdì 24 ottobre 2008

Intervista a Cossiga ovvero il declino della civiltà

Per dare un'idea di quello che la classe dirigente sta facendo e dei toni in cui si esprime, riporto l'intervista a Cossiga visibile al sito riportato alla fine dell'intervento. Oltre tutto, il nostro onorevole presidente del consiglio è arrivato ad uno stadio ulteriore: non nega solo le esternazioni verbali, con formule del tipo "io non l'ho mai detto", ma nega anche le esternazioni mentali, che altrimenti sfuggirebbero all'opinione pubblica (per fortuna, nda), ricorrendo a formule come "io non l'ho mai pensato". Ritengo che la situazione sia tragica. Davvero. E ritengo che il fatto di giudicare terroristi coloro che esprimono il loro dissenso in maniera civile, che tra le altre cose nemmeno sono solo di sinistra, sia alquanto deplorevole.

Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008

INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI

ROMA- PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.

Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figurac- cia».

Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in- dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica:

spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile.

Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.

La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

CONFRONTO «Ieri un Pci granitico oggi Pd ectoplasma Perciò Berlusconi dev`essere prudente»

Da: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406

domenica 19 ottobre 2008

Usa, un senatore vuole fare causa a Dio"Respinta, l'Onnipotente non ha indirizzo"


Aveva fatto causa a Dio, responsabile, a suo dire, di aver diffuso paura e terrore in tutto il mondo. Ma il procedimento giudiziario non avrà alcun seguito: un giudice del Nebraska lo ha infatti respinto, perché Dio non ha alcun indirizzo al quale poter notificare l'avvio della causa. Si chiude così la vicenda che vede protagonista lo storico senatore democratico del Nebraska, Ernie Chambers, che, il 14 settembre dello scorso anno, aveva depositato la sua provocatoria causa in una corte del Nebraska. Secondo il documento redatto dal senatore 71enne (definito da molti "l'uomo di colore più arrabbiato di tutto lo Stato"), Dio e tutti i suoi seguaci, sarebbero responsabili "delle continue minacce terroristiche, con conseguenti danni per milioni e milioni di persone in tutto il mondo". Minacce la cui credibilità è avallata, secondo Chambers, "dalla storia personale di Dio". Nel documento gli si attribuisce anche la responsabilità di "terremoti, uragani, guerre e nascite di bimbi con malformazioni". Ancora: Dio è accusato di aver "distribuito, in forma scritta, documenti che servono a trasmettere paura, ansia, terrore e incertezza, al fine di ottenere obbedienza" da parte degli uomini. Chambers ha spiegato di aver avviato questo procedimento per dimostrare che "tutti possono avere accesso a una corte, indipendentemente dal fatto se siano ricchi o poveri" e per sottolineare che "ognuno può essere citato in giudizio". Il suo obiettivo era di ottenere dai giudici una diffida, in cui si sarebbe dovuto sollecitare Dio a interrompere ogni genere di "minaccia" sul mondo.


La causa, comunque, non avrà alcun seguito, perché "non è stato possibile reperire un indirizzo ufficiale di Dio". Il giudice Marlon Polk si è appellato a una legge del Nebraska, secondo la quale chi avvia un procedimento giudiziario deve avere l'indirizzo della persona chiamata a difendersi in aula. Chambers non si dà per vinto, e anzi si è detto soddisfatto della decisione del giudice. "La corte - ha dichiarato - ha ammesso l'esistenza di Dio. La conseguenza di questa decisione è che viene riconosciuta l'onniscienza di Dio. Quindi, se è vero che sa tutto, deve anche essere a conoscenza di questa causa". Il senatore, che è in carica da 38 anni, ha adesso 30 giorni di tempo per decidere se fare appello.
(16 ottobre 2008)

(http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/esteri/causa-dio/causa-dio/causa-dio.html)

E queste le chiamano pari opportunità...


L'immagine ben testimonia che il cervello è un optional.
Benvenuti nel paese delle pari opportunità e della meritocrazia.
Chapeau.

giovedì 9 ottobre 2008

Assemblea d'ateneo-il mio punto di vista

Ieri ho preso parte, perché mi sentivo in dovere di farlo, all'assemblea d'ateneo che si è svolta in piazza dei Cavalieri. Vi ho preso parte non solo come studente e dunque come parte direttamente lesa dalla legge 133/2008, ma anche come osservatore di ciò che sta accadendo, munito di spirito critico e di una sensibilità che fa sì che non si possa tacere di fronte a simili provvedimenti.
Ciò che viene minato con la legge è la libertà di apprendimento, il diritto ad uno studio garantito a prescindere dal reddito e dalla ricchezza. Era da tempo che l'istruzione si stava svalutando: il passaggio al 3+2, le interfacoltà, i programmi troppo ridotti rispetto al vecchio ordinamento, i crediti e la loro sproporzione rispetto all'effettivo carico di lavoro...
Questa legge è stata il colpo di grazia: ora non solo si tocca il modo di insegnare, ma anche la possibilità di farlo e di farlo sotto l'egida del sostegno statale.
Giusta l'assemblea, giusto muoversi. Ma con la testa. Ecco perché alcuni interventi di coloro che hanno preso parte all'assemblea mi sono sembrati un po' immaturi, come se l'unica cosa che si potesse fare fosse solo occupare. Ma bisogna riflettere, dimostrare che gli studenti non sono solo un branco di sovversivi incapaci di attuare mosse più efficaci e ponderate come lo scrivere ai giornali, il distribuire i volantini, il far sapere che cosa sta succedendo a chi se ne disinteressa o che non ne valuta appieno la gravità. Mi sembravano parole da liceo, quando si aspetta l'occasione per far baldoria con l'occupazione. Non voglio dire che la linea dura sia scorretta o inefficacie, ma che va saputa tenere. Con cognizione di causa e con coraggio. Costruendola a partire dalle fondamenta.
Non sono una che prende il microfono e parla alle assemblee. Preferisco ascoltare e dire la mia in modo diverso, scrivendo ad esempio. Questo non vuol dire che il mio ruolo sia passivo: le proteste si sttuano anche così e infatti ho anche espresso la mia disponibilità ad attività "logistiche" ai rappresentanti della mia facoltà.
Quello che c'è in gioco è troppo grande e troppo prezioso per essere buttato al vento con un articolo di una previsione di bilancio. La conoscenza, lo studio, la formazione sono alla base della democrazia: senza questi strumenti si sfocia nel fondamentalismo, ovvero nella negazione della democrazia.

Assemblea d'ateneo, Pisa, piazza dei Cavalieri



lunedì 6 ottobre 2008

Docenti e presidi hannio lanciato una raccolta di firme contro i tagli del governo
Da Asor Rosa a Bevilacqua, da Curi a Vattimo: "Ricerca a rischio e in mano ai privati"

Dagli atenei l'appello ai rettori
"Bloccare l'anno accademico"

di VALENTINA CONTE


Bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta. L'appello c'è, e si apre all'adesione dei docenti italiani. Scritto da Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma, ha già raccolto firme eccellenti: Asor Rosa, Vattimo, Curi. Tante si vanno aggiungendo anche con la sottoscrizione online.

I professori chiedono ai loro rettori di "raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede". Contro le misure previste dalla nuova legge che di fatto cambiano in peggio il volto degli atenei: "Sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese".

"Il provvedimento del governo accompagna l'università alla catastrofe - dice Bevilacqua - con una riduzione del 20% del turn over e permettendo la trasformazione degli atenei in fondazioni. Un suicidio". In pratica, ogni cinque docenti pensionati ne entrerà solo uno nuovo. E con la maggioranza semplice, il rettore potrà deliberare il passaggio da università pubblica a ente privato.
"Un Paese senza ricerca e in mano ai privati dove va? - prosegue Bevilacqua - Un disastro per tutti. Gli ordinari entrano a sessant'anni. Assurdo. I nostri giovani migliori fuggono via. I dottorandi zampettano tra articoletti e ricerchine, senza prospettive perché senza ricambio. In attesa di concorsi e soprattutto di grandi progetti". A preoccupare è il fiato corto, quel "vivere nel breve periodo ossessivo e distruttivo che non porta da nessuna parte". E quell'idea, dannosa, di privatizzare l'istruzione, "con l'ateneo classista, chiuso ed esclusivo, e piegato alle piccole utilità di privati poco interessati alla ricerca vera".


Da www.repubblica.it

Da notare il passo in grassetto: "con la maggioranza semplice il rettore potrà deliberare il passaggio da università pubblica ad ente privato". Risultati: tasse decise dall'ente in piena libertà, istruzione parziale e sottoposta all'arbitrio del magnifico fondatore. Si tratta di smantellamento vero e proprio, con un taglio di fondi che partirà nel 2009 con 63,5MLD tolti al fondo ordinario per poi passare ai 190 MLD ulteriori da togliere l'anno successivo e così via fino al 2013. Si arriverà alla lotta per la sopravvivenza degli atenei, che si vedranno costretti ad elemosinare fondi a destra e a manca. Di lì il ricorso alle fondazioni di diritto privato e alla totale privatizzazione del settore istruzione che consentiranno l'arbitrio nella raccolta di fondi.
Gli effetti sono a dir poco devastanti. E i toni con cui ho sentito esprimersi i docenti all'assemblea di studenti, docenti e precari lasciavano presagire il peggio. La cosa tragica è che pochi se ne stanno rendendo conto e stanno protestando. I cervelli sono fuggiti ancor prima dell'inizio degli studi.

martedì 15 luglio 2008

E' un po' che non scrivo. Il caldo e gli esami da preparare sono la causa.
Episodi vari e sconcertanti si sono susseguiti nel nostro paese: il No-Cav day, le cd. leggi canaglia, i tg che parlano di tutto ma che non informano su niente.
In mezzo a questo baraccone italiano, un evento di per sé marginale, anzi, insignificante che mi ha mi ha fatto meditare su come siamo ridotti.
Sono sei anni che vado all'università (sigh!) e non mi era mai capitato che mi fregassero i soldi proprio mentre facevo l'esame. Ieri è successo. Mi hanno frugato nella borsa che era nel posto dietro a quello in cui ero seduta per essere interrogata. Di solito uno la lascia a posto la borsa e ci ritrova tutto, visto che chi siede accanto a te sa benissimo che tu tornerai a riprenderla e che rimarrai nell'aula. E sa anche che lui farà lo stesso una volta interrogato. Poi l'aula era piccola, c'erano solo studenti e 5 prof. Mi sono accorta di essere senza portafoglio dopo un po'. Sono tornata in facoltà ed era stato lasciato dai bidelli, preventivamente svuotato delle banconote che c'erano. La bidella ha detto che era stato trovato in bagno. Il prof ha detto che era stato visto in aula e che aveva mandato chi lo aveva trovato dai bidelli.
I soldi non erano tanti, 35 euro, ma il fatto che a derubarti siano i tuoi colleghi di corso che sono a dare l'esame con te mi schifa. Che siano anche studenti di giurisprudenza è ancora più allarmante. Come dire, piccoli Previti crescono...

lunedì 9 giugno 2008

Once - trailer

Per dare un'idea della forza emotiva di questo film e fargli anche un po' di pubblicità, ecco il trailer!

Once

Bello, senza orpelli retorici e per questo molto amaro e allo stesso tempo crudelmente reale.
E' questa l'impressione che ho avuto vedendo Once.
Perché le favole sono solo favole e prevale alla fine la ragione, o la cosa più comoda da fare.
Andatelo a vedere e capirete.

mercoledì 28 maggio 2008

Gomorra


Sono andata ieri a vedere il film di Garrone tratto dal romanzo omonimo che ho avuto occasione di leggere tempo fa.
La resa cinematografica non è male, il senso di disagio e di squallore malavitoso di cui è permeato il libro passa, anche se in maniera un po' meno forte rispetto al libro. Può darsi che ciò sia dovuto ai tagli di alcuni episodi che invece erano inseriti nel testo di Saviano. Il film dunque non mi ha deluso, contrariamente a quanto accade il 90% delle volte per i film tratti dai libri che ho letto.
Ora non rimane che attendere Il divo e un film che dal trailer mi ha molto colpito, anch'esso in concorso a Cannes: Once.

domenica 25 maggio 2008

venerdì 25 aprile 2008

Putin Kampfschlumpf

Ho trovato questa canzoncina divertente su Putin, passa lo stesso il messaggio nonostante la lingua!

Tutta la vita davanti


Sono andata a vedere il film di Virzì: il ritratto di una società contemporanea in balia di lavoro precario e pagato a cottimo. L'ecosistema dove si sviluppa e cresce il precariato è il call center.
E' un film che secondo me descrive molto bene la situazione in cui versano migliaia di lavoratori e che deve far riflettere su molte cose. I personaggi sono ben interpretati e sono tutti parte, consapevoli o meno di esserlo, della tragica e grottesca pantomima della vita moderna.
Non riesco nemmeno a fare commenti più articolati, il film mi ha messo una grossa angoscia addosso, più di quella che avevo già! !

venerdì 18 aprile 2008

Apologia di Falce e Martello

Il comunicato che segue qui incollato è in parte una conferma alla mia affermazione del post precedente, dove dicevo che una delle cause (magari non la principale) della disfatta della Sinistra Arcobaleno era la rimozione delle falci e dei martelli.

Sì alla falce e martello e alla bandiera rossa!
VOGLIONO CANCELLARE LA FALCE E IL MARTELLO
Noi diciamo “NO”. Ed è un “NO” denso di futuro. Un “NO” con gli occhi rivolti alla “guerra infinita e permanente” teorizzata e praticata dagli USA e dalla NATO; un “NO” con gli occhi rivolti al disagio sociale, allo sfruttamento operaio, ai salari da fame, alla distruzione del welfare, alla drammatica condizione di tanti giovani segnati dalla precarietà, alla sofferenza degli immigrati, all'attacco contro le donne e i loro diritti, alla distruzione dell'ambiente da parte del profitto, all'offensiva generale del capitale e della destra.
LA FALCE E MARTELLO SONO STATI E RESTANO I SIMBOLI UNIVERSALI DEL LAVORO.
IN ESSI SI ADDENSANO I VALORI DELLA LIBERTÀ, DELL'EMANCIPAZIONE, DEI DIRITTI, DELLA DIGNITÀ DI TUTTI GLI SFRUTTATI
Nel simbolo di falce e martello risuonano tutte le grandi lotte che i contadini, gli operai, i lavoratori di ieri e di oggi hanno condotto e conducono in ogni angolo del pianeta. Sotto quei simboli milioni di donne e di uomini hanno combattuto contro il colonialismo, l'oppressione, il nazifascismo.
FALCE E MARTELLO EVOCANO UN MONDO NUOVO, SENZA GUERRE E OPPRESSIONI
Il martello richiama la condizione operaia e l'intera fatica umana; la falce ricorda la schiavitù dei contadini e le loro lotte ed è lo strumento che taglia le radici del vecchio mondo per aprire nuovi orizzonti. Falce e martello sono stati il simbolo dell' unità di operai e contadini, del mondo del lavoro (nei campi e nelle officine...) contro lo sfruttamento di agrari e industriali. Sappiamo bene che oggi il lavoro è frammentato e dispone di altri strumenti, ma quel simbolo carico di storia continua a rappresentare l'esigenza di unificazione degli sfruttati - nelle forme più diverse - dal sistema del capitale. E' un segno carico di futuro. Falce e martello si sono accompagnati anche alle prime lotte e conquiste nel campo dei diritti civili: senza gli uomini e le donne che in quel simbolo si riconoscevano non sarebbero diventati legge dello stato il divorzio, l'aborto, la parificazione tra figli legittimi e figli nati fuori dal matrimonio, ed altro ancora.
DICIAMO “NO” ALLA CANCELLAZIONE DI FALCE E MARTELLO
Diciamo “NO” perché sappiamo che l'abolizione di quei simboli vuol dire, per i comunisti, cambiare natura; abbandonare il progetto strategico di cambiare il mondo. Sappiamo che la rimozione di quei segni è un messaggio simbolicamente rassicurante per il capitale e vuol dire: siamo cambiati, rinunciamo alla lotta e ci adattiamo al sistema. Così fu con l'auto-liquidazione del Partito Comunista Italiano, che tanto contribuì a spostare a destra l'asse generale del nostro Paese. I nomi e i simboli sono sempre segni di cose, di idee, di speranze. Col cambio di nome e di simbolo la Bolognina sancì la mutazione del PCI, accelerandone la trasformazione in una forza che oggi non è più nemmeno di sinistra. Anche oggi, l'ostinata avversione o rinuncia ai simboli storici del socialismo e del comunismo allude ad una resa.
Il nostro sostegno elettorale alle forze di sinistra non è in discussione. Consideriamo indispensabile l'unità d'azione delle sinistre, anche come argine democratico alla destra più reazionaria. Quella che poniamo è una questione strategica: non ci adattiamo allo stato di cose presenti e crediamo utile, possibile e necessario il rilancio della questione comunista, dell'autonomia politica, ideale e organizzativa dei comunisti. Che passa anche (certo, non solo) per la riaffermazione dei loro simboli storici: falce e martello e la bandiera rossa.
Li portiamo nel cuore, da sempre, ma anche bene in vista nelle nostre bandiere.

(seguono le prime duecento firme che non ho incollato)
www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 25-02-08 - n. 216

martedì 15 aprile 2008

Derive populiste

Non posso esimermi dal commentare il risultato di queste elezioni politiche. Ne sento veramente il dovere.
Innanzitutto il dato più allarmante su cui è necessario soffermarsi è il trionfo della Lega sia alla camera che al senato, accompagnato da un Di Pietro che ha conquistato un numero secondo me inusuale di seggi.
Questi due schieramenti hanno in comune il fatto di parlare ad un elettorato usando frasi ad effetto e non stimolando il ragionamento nell'elettore, facendo leva sull'immigrazione e il bisogno di sicurezza dell'Italiano Medio per quel che riguarda la Lega, sul giustizialismo per quel che riguarda l'Idv.
Per non parlare del trionfo del B.
E dell'esclusione della sinistra, che ha pagato lo scotto di avere tolto la falce e il martello dai propri simboli e che secondo me ha fatto sì che il vecchio elettorato rinnegasse uno schieramento che poteva in potenza bloccare questo duopolio B-V e portare al Parlamento una sinistra che fosse sinistra e si facesse carico di quelle "questioni scomode" che il precedente governo aveva messo in soffitta, i Dico, per citarne una. Forse non è stata compresa la portata di questa innovazione e non si è ragionato sul fatto che un'alternativa si poteva avere. Ma anche i media ci hanno messo del loro, facendo passare che la partita si giocava solo sulle grandi coalizioni e sulle loro promesse elettorali. Tacendo sul Porcellum.
Tirando le somme, sembra proprio che la società che sta prendendo il sopravvento sia quella con cui ho a che fare e all'università e al lavoro, fatta di gente superficiale e un po' vuota. Al di là dello schieramento che uno sceglie, si nota proprio un disinteresse e un pressappochismo alquanto allarmanti. Ad esempio, ho sentito commenti del tipo " che mi importa se depenalizza il falso in bilancio, tanto basta che mi faccia star bene a me" oppure "c'è troppi immigrati in giro, andrebbero ributtati in mare". Non riporto anche i discorsi omofobi perché non meritano di essere riportati. penso sia sufficiente. Non voglio dire che se la gente non vota a sinistra sbaglia, voglio solo dire che le scelte non dovrebbero essere effettuate solo sulla base della propria pancia ma dovrebbero essere basate su una consapevolezza data dall'informazione, dalla valutazione critica delle proposte e dai valori che non devono mai essere tralasciati.
Che tristezza!

mercoledì 27 febbraio 2008

Barzellette giurisprudenziali


Non ho mai scritto nulla sulla pittoresca gente che affolla le aule di giurisprudenza e colgo adesso l'occasione per farlo visto che mi è accaduto di sentire delle cose che meritano di essere condivise.
Contesto: Aula Magna in attesa del prof di diritto medievale.
Situazione: Una ragazza arriva, poggia tutta la sua roba, si accomoda e dalla borsa estrae un tomo di 200 pagine che poteva sembrare un libro ma, attenzione, era una rivista femminile patinata detta Marie Claire. La sfoglia attentamente soffermandosi sulle foto di modelle ben agghindate, dove l'unica scritta presente è la marca della casa di moda, a minuti interminabili. Pensavo stesse solo guardando le figure, e invece ecco che all'improvviso spunta la rubrica Lettere al direttore dove si parlava di una annosa questione, sintetizzata così dal titolo: "Lei si mette con lui perché le dà allegria, poi lui perde la madre, entra in depressione e lei si allontana".
Nel frattempo la lezione inizia. Poco prima della pausa il professore spiega l'etimologia della parola Campione: "Il Campio era colui che combatteva al posto di un altro durante un duello" (nel diritto barbarico se sorgeva una controversia aveva luogo un duello tra le parti e chi vinceva lo scontro aveva ragione perché vuol dire che Dio era dalla sua parte, la cosiddetta ordalia, Nda).
Pronunciate le parole "Continuiamo dopo", Miss Marie Claire esordisce trionfante: " E' come quando sii dice prendere un campione di sangue, lo stesso concetto".... -_-
Penso di aver reso l'idea.

lunedì 25 febbraio 2008

Minestre riscaldate

Siamo in campagna elettorale.
Una campagna all'insegna del "Nuovo", a detta di coloro che ne sono protagonisti.
Nuovo, in questa campagna, assume il significato di giovane. E allora ecco schierare nelle file delle ampie correnti appena nate dal raggruppamento dei vecchi partiti giovani presi, permettetemi di dire, a caso. Prestano il loro volto per la raccolta di voti e poi chissà che ruolo avranno una volta spartita la fetta. Giovani ma non solo: e fioccano le proposte alle belle donne dello spettacolo così da dare un tocco di brio alla stanca politica italiana. Pezzi d'arredamento insomma, usati per accattivarsi l'elettore italiota che si appresta a contrassegnare con una crocetta la scheda. Ma cambiata la musica non cambiano i musicanti.
In questo clima da varietà e da circo, occorre soffermarsi un attimo a commemorare il fu partito radicale, vendutosi al Pd in cambio di qualche poltrona e di un ministero senza portafoglio. Partito memore di lotte storiche e di cambiamenti epocali come la legalizzazione del divorzio e dell'aborto. che ha dato all'Italia la possibilità di scegliere, e che ora giace tra le ceneri delle lotte storiche sepolto tra i braccioli di un seggio. Una prece.

mercoledì 20 febbraio 2008

Gomorra


Dopo diverso tempo sono tornata alla lettura di svago, finalmente.
Il libro che ho scelto questa volta è Gomorra, di Roberto Saviano. E' un libro che merita di essere letto e che riporta la testimonianza di una realtà che troppo spesso tende a rimanere relegata nelle cronache locali e di cui invece si parla poco o per niente a livello nazionale.
Lo sfondo è la Napoli di oggi, dominata da clan camorristici. L'analisi è attenta e ben documentata con dati di fatto, anche se la scrittura è molto scorrevole e viva, capace di rendere bene l'orrore e lo squallore della malavita.
Le situazioni riportate sono crude e spesso sconcerta il fatto che tali realtà siano rimaste, pur mutando costantemente ed adattandosi alla globalizzazione dei traffici, intatte e costantemente presenti.
Spero di aver tempo di leggere qualche altro libro non obbligatorio ora che la sessione di esami invernale si è conclusa e di poterne parlare su questo spazio. Spero anche di intervenire con maggior frequenza, vista la carenza di post! ! In effetti sono successe diverse cose che meritavano un po' di riflessione, ma purtroppo non ho avuto modo di fermarmi per fissare le suddette riflessioni su questo spazio.

giovedì 24 gennaio 2008

Senatores boni viri, senatus mala bestia

Un commento a caldo su chi in questo momento sta decidendo delle sorti della Repubblica.
Visto che sto seguendo (collegamenti televisivi e studio permettendo) le vicende, vorrei esprimere la mia indignazione per il turpiloquio e la scorrettezza con cui i senatores si sono scagliati contro altri senatores, usando un lessico alquanto scurrile che non si addice minimamente al loro compito istituzionale. Mi sto riferendo al senatore dell'Udeur Cusumano che per aver appoggiato Prodi si è sentito urlare da un collega di partito "sei un cesso" e nemmeno una volta, ma ripetutamente, alternando talvolta epiteti come pezzo di merda e così via. Bene, siamo proprio in buone mani.
E' noto che le cose da noi funzionano così. E' noto che in gruppo i comportamenti umani cambiano e si hanno meno freni inibitori. Ma non basta constatare l'esistenza di questi fattori. Troppo facile. Occorre un maggiore impegno e serietà nell'assunzione di obblighi istituzionali legittimati dal voto dei cittadini. E' un discorso molto antico, so di non dire nulla di nuovo, ma io non riesco a non indignarmi ognqualvolta si presenta una situazione del genere e penso che se anche altri si indignassero si potrebbe cominciare ad ottenere piccoli ma importanti risultati. Anche se non son bastati più di duemila anni di storia per migliorare la natura umana ciò non significa che non ci si debba provare. Almeno.

venerdì 11 gennaio 2008

Leoni per Agnelli


Un commento a caldo sul film che sono andata a vedere ieri sera. Trama in breve tratta da www.mymovies.it:

"All'interno di un'unica giornata, vengono narrati gli eventi che mettono in correlazione tre personaggi. Un ambizioso senatore di Washington pronto a prendere scelte importanti, una giornalista televisiva alla caccia di una storia importante e un maturo professore che si confronta con uno studente sveglio e capace".

Il film, come si può vedere dall'esiguità della trama, è basato sul dialogo e su tre storie differenti legate da un filo conduttore: la guerra in Afghanistan.
Le tre storie possono essere considerate le allegorie di tre diversi aspetti sociali: l'istruzione (il prof interpretato da Redford), i media (la giornalista interpretata da Meryl Streep), la politica (il senatore repubblicano Tom Cruise).
Il modo in cui interagiscono tra di loro i protagonisti e il modo con cui esprimono il loro punto di vista offrono molti spunti di riflessione di carattere morale ed ideale.
Il ritratto del senatore repubblicano, ad esempio, concede un'intervista alla giornalista con lo scopo di recuperare consensi sulla campagna militare in Afghanistan e si avvale di una retorica che mira a mascherare il vero volto del massacro al fine di ottenere un servizio che instilli nel popolo americano la convizione di vivere in una superpotenza leader nell'esportazione della democrazia (come se fosse una merce, ndA).
La giornalista si trova di fronte al conflitto di coscienza: pubblicare articoli propagandistici senza poter verificare i fatti di cui il senatore la mette al corrente o rifiutarsi di farlo essendo consapevole di non riportare una testimonianza imparziale?
Il professore a colloquio con un alunno potenzialmente intelligente ma frivolo, cerca di instillare il dubbio sulla giustizia o meno della società in cui vive e sui motivi per cui valga la pena impegnarsi .
Carenza di ideali, propaganda mediatica, istruzione-farsa.
C'è molto da riflettere, al di là del film che può piacere o non piacere per vari motivi, le situazioni rappresentate mettono di fronte molti lati da approfondire a proposito della nostra società.

lunedì 7 gennaio 2008

Il pessimista


Mai definizione fu più felice. Infatti, una mia collega di lavoro ha detto di me:
"sei come il pessimista della definizione"
"?"
"il pessimista è quello che se sente odore di fiori si volta e cerca la bara"
Effettivamente...
Il tutto si colloca in un inizio 2008 alquanto stressante e pieno di impegni lavorativi e universitari.
Con un bel pò di amaro in bocca su ciò che poteva essere e non è stato, su ciò che sarà e non sarà. Come ogni anno.