domenica 19 ottobre 2008

E queste le chiamano pari opportunità...


L'immagine ben testimonia che il cervello è un optional.
Benvenuti nel paese delle pari opportunità e della meritocrazia.
Chapeau.

giovedì 9 ottobre 2008

Assemblea d'ateneo-il mio punto di vista

Ieri ho preso parte, perché mi sentivo in dovere di farlo, all'assemblea d'ateneo che si è svolta in piazza dei Cavalieri. Vi ho preso parte non solo come studente e dunque come parte direttamente lesa dalla legge 133/2008, ma anche come osservatore di ciò che sta accadendo, munito di spirito critico e di una sensibilità che fa sì che non si possa tacere di fronte a simili provvedimenti.
Ciò che viene minato con la legge è la libertà di apprendimento, il diritto ad uno studio garantito a prescindere dal reddito e dalla ricchezza. Era da tempo che l'istruzione si stava svalutando: il passaggio al 3+2, le interfacoltà, i programmi troppo ridotti rispetto al vecchio ordinamento, i crediti e la loro sproporzione rispetto all'effettivo carico di lavoro...
Questa legge è stata il colpo di grazia: ora non solo si tocca il modo di insegnare, ma anche la possibilità di farlo e di farlo sotto l'egida del sostegno statale.
Giusta l'assemblea, giusto muoversi. Ma con la testa. Ecco perché alcuni interventi di coloro che hanno preso parte all'assemblea mi sono sembrati un po' immaturi, come se l'unica cosa che si potesse fare fosse solo occupare. Ma bisogna riflettere, dimostrare che gli studenti non sono solo un branco di sovversivi incapaci di attuare mosse più efficaci e ponderate come lo scrivere ai giornali, il distribuire i volantini, il far sapere che cosa sta succedendo a chi se ne disinteressa o che non ne valuta appieno la gravità. Mi sembravano parole da liceo, quando si aspetta l'occasione per far baldoria con l'occupazione. Non voglio dire che la linea dura sia scorretta o inefficacie, ma che va saputa tenere. Con cognizione di causa e con coraggio. Costruendola a partire dalle fondamenta.
Non sono una che prende il microfono e parla alle assemblee. Preferisco ascoltare e dire la mia in modo diverso, scrivendo ad esempio. Questo non vuol dire che il mio ruolo sia passivo: le proteste si sttuano anche così e infatti ho anche espresso la mia disponibilità ad attività "logistiche" ai rappresentanti della mia facoltà.
Quello che c'è in gioco è troppo grande e troppo prezioso per essere buttato al vento con un articolo di una previsione di bilancio. La conoscenza, lo studio, la formazione sono alla base della democrazia: senza questi strumenti si sfocia nel fondamentalismo, ovvero nella negazione della democrazia.

Assemblea d'ateneo, Pisa, piazza dei Cavalieri



lunedì 6 ottobre 2008

Docenti e presidi hannio lanciato una raccolta di firme contro i tagli del governo
Da Asor Rosa a Bevilacqua, da Curi a Vattimo: "Ricerca a rischio e in mano ai privati"

Dagli atenei l'appello ai rettori
"Bloccare l'anno accademico"

di VALENTINA CONTE


Bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta. L'appello c'è, e si apre all'adesione dei docenti italiani. Scritto da Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma, ha già raccolto firme eccellenti: Asor Rosa, Vattimo, Curi. Tante si vanno aggiungendo anche con la sottoscrizione online.

I professori chiedono ai loro rettori di "raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede". Contro le misure previste dalla nuova legge che di fatto cambiano in peggio il volto degli atenei: "Sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese".

"Il provvedimento del governo accompagna l'università alla catastrofe - dice Bevilacqua - con una riduzione del 20% del turn over e permettendo la trasformazione degli atenei in fondazioni. Un suicidio". In pratica, ogni cinque docenti pensionati ne entrerà solo uno nuovo. E con la maggioranza semplice, il rettore potrà deliberare il passaggio da università pubblica a ente privato.
"Un Paese senza ricerca e in mano ai privati dove va? - prosegue Bevilacqua - Un disastro per tutti. Gli ordinari entrano a sessant'anni. Assurdo. I nostri giovani migliori fuggono via. I dottorandi zampettano tra articoletti e ricerchine, senza prospettive perché senza ricambio. In attesa di concorsi e soprattutto di grandi progetti". A preoccupare è il fiato corto, quel "vivere nel breve periodo ossessivo e distruttivo che non porta da nessuna parte". E quell'idea, dannosa, di privatizzare l'istruzione, "con l'ateneo classista, chiuso ed esclusivo, e piegato alle piccole utilità di privati poco interessati alla ricerca vera".


Da www.repubblica.it

Da notare il passo in grassetto: "con la maggioranza semplice il rettore potrà deliberare il passaggio da università pubblica ad ente privato". Risultati: tasse decise dall'ente in piena libertà, istruzione parziale e sottoposta all'arbitrio del magnifico fondatore. Si tratta di smantellamento vero e proprio, con un taglio di fondi che partirà nel 2009 con 63,5MLD tolti al fondo ordinario per poi passare ai 190 MLD ulteriori da togliere l'anno successivo e così via fino al 2013. Si arriverà alla lotta per la sopravvivenza degli atenei, che si vedranno costretti ad elemosinare fondi a destra e a manca. Di lì il ricorso alle fondazioni di diritto privato e alla totale privatizzazione del settore istruzione che consentiranno l'arbitrio nella raccolta di fondi.
Gli effetti sono a dir poco devastanti. E i toni con cui ho sentito esprimersi i docenti all'assemblea di studenti, docenti e precari lasciavano presagire il peggio. La cosa tragica è che pochi se ne stanno rendendo conto e stanno protestando. I cervelli sono fuggiti ancor prima dell'inizio degli studi.

martedì 15 luglio 2008

E' un po' che non scrivo. Il caldo e gli esami da preparare sono la causa.
Episodi vari e sconcertanti si sono susseguiti nel nostro paese: il No-Cav day, le cd. leggi canaglia, i tg che parlano di tutto ma che non informano su niente.
In mezzo a questo baraccone italiano, un evento di per sé marginale, anzi, insignificante che mi ha mi ha fatto meditare su come siamo ridotti.
Sono sei anni che vado all'università (sigh!) e non mi era mai capitato che mi fregassero i soldi proprio mentre facevo l'esame. Ieri è successo. Mi hanno frugato nella borsa che era nel posto dietro a quello in cui ero seduta per essere interrogata. Di solito uno la lascia a posto la borsa e ci ritrova tutto, visto che chi siede accanto a te sa benissimo che tu tornerai a riprenderla e che rimarrai nell'aula. E sa anche che lui farà lo stesso una volta interrogato. Poi l'aula era piccola, c'erano solo studenti e 5 prof. Mi sono accorta di essere senza portafoglio dopo un po'. Sono tornata in facoltà ed era stato lasciato dai bidelli, preventivamente svuotato delle banconote che c'erano. La bidella ha detto che era stato trovato in bagno. Il prof ha detto che era stato visto in aula e che aveva mandato chi lo aveva trovato dai bidelli.
I soldi non erano tanti, 35 euro, ma il fatto che a derubarti siano i tuoi colleghi di corso che sono a dare l'esame con te mi schifa. Che siano anche studenti di giurisprudenza è ancora più allarmante. Come dire, piccoli Previti crescono...

lunedì 9 giugno 2008

Once - trailer

Per dare un'idea della forza emotiva di questo film e fargli anche un po' di pubblicità, ecco il trailer!

Once

Bello, senza orpelli retorici e per questo molto amaro e allo stesso tempo crudelmente reale.
E' questa l'impressione che ho avuto vedendo Once.
Perché le favole sono solo favole e prevale alla fine la ragione, o la cosa più comoda da fare.
Andatelo a vedere e capirete.