giovedì 24 gennaio 2008

Senatores boni viri, senatus mala bestia

Un commento a caldo su chi in questo momento sta decidendo delle sorti della Repubblica.
Visto che sto seguendo (collegamenti televisivi e studio permettendo) le vicende, vorrei esprimere la mia indignazione per il turpiloquio e la scorrettezza con cui i senatores si sono scagliati contro altri senatores, usando un lessico alquanto scurrile che non si addice minimamente al loro compito istituzionale. Mi sto riferendo al senatore dell'Udeur Cusumano che per aver appoggiato Prodi si è sentito urlare da un collega di partito "sei un cesso" e nemmeno una volta, ma ripetutamente, alternando talvolta epiteti come pezzo di merda e così via. Bene, siamo proprio in buone mani.
E' noto che le cose da noi funzionano così. E' noto che in gruppo i comportamenti umani cambiano e si hanno meno freni inibitori. Ma non basta constatare l'esistenza di questi fattori. Troppo facile. Occorre un maggiore impegno e serietà nell'assunzione di obblighi istituzionali legittimati dal voto dei cittadini. E' un discorso molto antico, so di non dire nulla di nuovo, ma io non riesco a non indignarmi ognqualvolta si presenta una situazione del genere e penso che se anche altri si indignassero si potrebbe cominciare ad ottenere piccoli ma importanti risultati. Anche se non son bastati più di duemila anni di storia per migliorare la natura umana ciò non significa che non ci si debba provare. Almeno.

venerdì 11 gennaio 2008

Leoni per Agnelli


Un commento a caldo sul film che sono andata a vedere ieri sera. Trama in breve tratta da www.mymovies.it:

"All'interno di un'unica giornata, vengono narrati gli eventi che mettono in correlazione tre personaggi. Un ambizioso senatore di Washington pronto a prendere scelte importanti, una giornalista televisiva alla caccia di una storia importante e un maturo professore che si confronta con uno studente sveglio e capace".

Il film, come si può vedere dall'esiguità della trama, è basato sul dialogo e su tre storie differenti legate da un filo conduttore: la guerra in Afghanistan.
Le tre storie possono essere considerate le allegorie di tre diversi aspetti sociali: l'istruzione (il prof interpretato da Redford), i media (la giornalista interpretata da Meryl Streep), la politica (il senatore repubblicano Tom Cruise).
Il modo in cui interagiscono tra di loro i protagonisti e il modo con cui esprimono il loro punto di vista offrono molti spunti di riflessione di carattere morale ed ideale.
Il ritratto del senatore repubblicano, ad esempio, concede un'intervista alla giornalista con lo scopo di recuperare consensi sulla campagna militare in Afghanistan e si avvale di una retorica che mira a mascherare il vero volto del massacro al fine di ottenere un servizio che instilli nel popolo americano la convizione di vivere in una superpotenza leader nell'esportazione della democrazia (come se fosse una merce, ndA).
La giornalista si trova di fronte al conflitto di coscienza: pubblicare articoli propagandistici senza poter verificare i fatti di cui il senatore la mette al corrente o rifiutarsi di farlo essendo consapevole di non riportare una testimonianza imparziale?
Il professore a colloquio con un alunno potenzialmente intelligente ma frivolo, cerca di instillare il dubbio sulla giustizia o meno della società in cui vive e sui motivi per cui valga la pena impegnarsi .
Carenza di ideali, propaganda mediatica, istruzione-farsa.
C'è molto da riflettere, al di là del film che può piacere o non piacere per vari motivi, le situazioni rappresentate mettono di fronte molti lati da approfondire a proposito della nostra società.

lunedì 7 gennaio 2008

Il pessimista


Mai definizione fu più felice. Infatti, una mia collega di lavoro ha detto di me:
"sei come il pessimista della definizione"
"?"
"il pessimista è quello che se sente odore di fiori si volta e cerca la bara"
Effettivamente...
Il tutto si colloca in un inizio 2008 alquanto stressante e pieno di impegni lavorativi e universitari.
Con un bel pò di amaro in bocca su ciò che poteva essere e non è stato, su ciò che sarà e non sarà. Come ogni anno.