domenica 8 febbraio 2009
Il ragionevole dubbio
In mezzo a queste sollecitazioni mediatiche, ritengo di avere dei dubbi, molto gravi, che mi impediscono di dire con certezza se ciò che sta accadendo a quella ragazza sia giusto.
In particolare, mi chiedo se aver detto, sulla base di una esperienza di un amico, di non voler fare la stessa fine, in un contesto informale, possa essere considerato un testamento biologico. E mi sembra molto poco, perché Eluana non ha avuto tempo per decidere. Quindi, il discorso fatto da Eluana quando era una ragazzina nel fiore degli anni che sicuramente non si aspettava la morte dietro l'angolo, può esser considerata una scelta consapevole? Può legittimare la morte indotta da altri sul tuo corpo sospeso?
Penso che la situazione di Eluana sia la più grave condanna per un essere umano: non poter manifestare la propria volontà, non poter disporre del proprio intelletto, né del proprio corpo. Per questo ho dei dubbi. Perché mi chiedo se sia legittimo fare una cosa del genere se non si ha una chiara e precisa manifestazione di volontà in tal senso.
Welby ha scelto. Eluana forse no.
Siamo in presenza di un vuoto normativo: non c'è alcuna legge che disciplini il testamento biologico, cosa che sarebbe utile ad evitare che si decida sulla tua pelle quando tu non puoi più farlo. Come un soggetto dispone dei propri beni, dovrebbe poter essere messo in grado di disporre del proprio corpo e della propria salute, opponendosi alle cure o consentendole. In questo modo ognuno prenderebbe atto consapevolmente e lucidamente di ciò che riterrebbe giusto in conformità alla propria sensibilità e avuto riguardo della propria dignità di persona.
Concludendo, io non so prendere una posizione per Eluana, perché ho dei dubbi su quella che effettivamente sarebbe la sua volontà. ho dei dubbi sul fatto che non sia altro che un vegetale. ho dei dubbi perché conosco la malattia e la sua crudeltà, ma consoco anche la pietà, che non necessariamente coincide con l'eutanasia.
Il paese dovrebbe concedere la libertà di scegliere come morire, oltre che come vivere e dovrebbe evitare di ritrovarsi a subire scelte compiute da altri. E' l'unica certezza che ho, in mezzo a tanti dubbi.
venerdì 23 gennaio 2009
sabato 3 gennaio 2009
Il tempo che passa accresce la fretta di fare finalmente qualcosa di nuovo e soddisfacente.
Ma in realtà mi barcameno tra spese impreviste e rate da pagare. E tutto rimane uguale.
I propositi si accompagnano a tentativi di soluzione che spesso muoiono sul nascere.
Liberarsi dal desiderio sarebbe forse un buon punto di partenza. Ma il rischio è appiattirsi su se stessi e finire riversi a subire la vita dal basso della propria condizione.
Il traguardo è lontano, le forze sono quelle che sono e il fiato è corto.
venerdì 21 novembre 2008
Il calore del sangue-Irène Némirovsky

Denso, torbido e crudele. Questo il contenuto del libro della Némirovsky in tre aggettivi. Un ritratto impietoso del lato più ipocrita e più bieco della borghesia di un piccolo paese di campagna attraverso gli occhi di un protagonista che è stato relegato ai margini, che vive senza integrarsi e che per questo analizza in maniera tagliente la realtà che sta di fronte.
giovedì 30 ottobre 2008
venerdì 24 ottobre 2008
Intervista a Cossiga ovvero il declino della civiltà
Per dare un'idea di quello che la classe dirigente sta facendo e dei toni in cui si esprime, riporto l'intervista a Cossiga visibile al sito riportato alla fine dell'intervento. Oltre tutto, il nostro onorevole presidente del consiglio è arrivato ad uno stadio ulteriore: non nega solo le esternazioni verbali, con formule del tipo "io non l'ho mai detto", ma nega anche le esternazioni mentali, che altrimenti sfuggirebbero all'opinione pubblica (per fortuna, nda), ricorrendo a formule come "io non l'ho mai pensato". Ritengo che la situazione sia tragica. Davvero. E ritengo che il fatto di giudicare terroristi coloro che esprimono il loro dissenso in maniera civile, che tra le altre cose nemmeno sono solo di sinistra, sia alquanto deplorevole.
Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008
INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI
ROMA- PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.
Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figurac- cia».
Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in- dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica:
spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.
E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».
E` dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile.
Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».
Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.
La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».
CONFRONTO «Ieri un Pci granitico oggi Pd ectoplasma Perciò Berlusconi dev`essere prudente»Da: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406
domenica 19 ottobre 2008
Aveva fatto causa a Dio, responsabile, a suo dire, di aver diffuso paura e terrore in tutto il mondo. Ma il procedimento giudiziario non avrà alcun seguito: un giudice del Nebraska lo ha infatti respinto, perché Dio non ha alcun indirizzo al quale poter notificare l'avvio della causa. Si chiude così la vicenda che vede protagonista lo storico senatore democratico del Nebraska, Ernie Chambers, che, il 14 settembre dello scorso anno, aveva depositato la sua provocatoria causa in una corte del Nebraska. Secondo il documento redatto dal senatore 71enne (definito da molti "l'uomo di colore più arrabbiato di tutto lo Stato"), Dio e tutti i suoi seguaci, sarebbero responsabili "delle continue minacce terroristiche, con conseguenti danni per milioni e milioni di persone in tutto il mondo". Minacce la cui credibilità è avallata, secondo Chambers, "dalla storia personale di Dio". Nel documento gli si attribuisce anche la responsabilità di "terremoti, uragani, guerre e nascite di bimbi con malformazioni". Ancora: Dio è accusato di aver "distribuito, in forma scritta, documenti che servono a trasmettere paura, ansia, terrore e incertezza, al fine di ottenere obbedienza" da parte degli uomini. Chambers ha spiegato di aver avviato questo procedimento per dimostrare che "tutti possono avere accesso a una corte, indipendentemente dal fatto se siano ricchi o poveri" e per sottolineare che "ognuno può essere citato in giudizio". Il suo obiettivo era di ottenere dai giudici una diffida, in cui si sarebbe dovuto sollecitare Dio a interrompere ogni genere di "minaccia" sul mondo.
La causa, comunque, non avrà alcun seguito, perché "non è stato possibile reperire un indirizzo ufficiale di Dio". Il giudice Marlon Polk si è appellato a una legge del Nebraska, secondo la quale chi avvia un procedimento giudiziario deve avere l'indirizzo della persona chiamata a difendersi in aula. Chambers non si dà per vinto, e anzi si è detto soddisfatto della decisione del giudice. "La corte - ha dichiarato - ha ammesso l'esistenza di Dio. La conseguenza di questa decisione è che viene riconosciuta l'onniscienza di Dio. Quindi, se è vero che sa tutto, deve anche essere a conoscenza di questa causa". Il senatore, che è in carica da 38 anni, ha adesso 30 giorni di tempo per decidere se fare appello.
(16 ottobre 2008)
(http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/esteri/causa-dio/causa-dio/causa-dio.html)